Osamu Dezaki, il ritratto di un’epoca

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Il prossimo 18 novembre ricorre l’anniversario della nascita di Osamu Dezaki (1943 -2011), un regista che con il suo stile davvero unico ha influenzato più di una generazione di animatori e che con le sue immagini ha inventato un vero e proprio linguaggio che è entrato di prepotenza del modo di fare anime.

Osamu Dezaki nasce il 18 novembre 1943. Si può annoverare tra i grandi pionieri degli anime essendo entrato a far parte appena ventenne dello staff della Mushi Production, lo studio di animazione fondato da Osamu Tezuka, e avendo lavorato proprio su Tetsuwan Atom ovvero Astro Boy, che come molti sanno è in pratica, storicamente parlando, il primo vero e proprio “anime” prodotto.

Osamu Dezaki (出崎統) (18 novembre 1943 – 17 aprile 2011)

Presso la Mushi Production si fa le ossa come disegnatore e animatore, si occupa anche della realizzazione di storyboard e scopre presto la sua strada come regista, infatti il suo ruolo principale sia in Astro Boy che nel successivo Kimba il leone Bianco (Jungle taitei) è quello della regia degli episodi; è poi regista di episodi anche di The Monkey (Goku no daiboken), altro famosissimo anime creato da Tezuka.

Tetsuwan Atom (Astro Boy) – 1963
Jungle taitei (Kimba il leone bianco) – 1965
Goku no daiboken (The Monkey) – 1967

Dopo l’esperienza con la Mushi, Dezaki lascia l’organico dello studio e diventa freelance, ma continuerà a collaborare con la casa di produzione di Tezuka.
È nel 1970 che si afferma coma regista generale con il suo primo grande lavoro, si parla di un pezzo da novanta come Rocky Joe (Ashita no Joe), un’altra storica produzione Mushi, a cui tra l’altro collaborano tanti altri nomi che sarebbero diventati poi dei capisaldi dell’animazione made in Japan, tra cui i character designer Akio Sugino (poi ancora spesso in coppia con Dezaki al chara e con il ruolo fondamentale di direttore dell’animazione in Jenny la tennista, Remì, L’isola del tesoro…) e Shingo Araki (Devilman, Goldrake, Lady Oscar, I Cavalieri dello Zodiaco), e i registi Yoshiyuki Tomino (Zambot 3, Daitarn 3, Gundam) e Noboru Ishiguro (Macross).

Ashita no Joe (Rocky Joe – 1970)

Da lì in poi Dezaki si costruisce un curriculum di prim’ordine dirigendo serie come: Jenny la tennista, Lady Oscar, Remì, L’Isola del TesoroCaro Fratello, molti special televisivi di Lupin III, Golgo 13, Black Jack, Space adventure Cobra, Clannad

Alcune inquadrature da Ace o nerae! (Jenny la tennista – 1973)

Dezaki è solito dirigere lavori su soggetto originale altrui, realizza anime spokon, storici, noir, fantascientifici, drammatici… Pur con una predilezione per le tematiche esistenziali, nel corso della sua carriera riesce a spaziare tra generi molto diversi. Quello che colpisce di più è che in tutti questi riesce ad imprimere con successo sempre il suo stile.

Oniisama e… (Caro fratello) – 1991
Rittai anime ie naki ko (Remì le sue avventure) – 1977
Space Adventure Cobra – 1982
Black Jack – 1993

Dezaki mette in campo nei suoi lavori diverse soluzione registiche ed espedienti grafici che sono diventati iconici del suo stile e di un certo tipo di narrazione drammatica, poi entrati di forza nel linguaggio registico dell’animazione giapponese e impiegati tutt’oggi.

Golgo 13 (Golgo 13: Il professionista) – 1983

Lo stile di Dezaki trae la sua forza dalla resa espressiva e drammatica della scena, suoi sono gli effetti di luce come i tagli che evidenziano una parte dell’immagine, i riflessi che simulano la lente di un obiettivo, le inquadrature oblique riprese dal basso o da angolature insolite, l’uso in animazione dello split screen (il frazionare lo schermo in diverse inquadrature) e soprattutto, tecnica che è diventata una sua sorta di firma, l’uso delle “cartoline ricordo“, come amava definirle lo stesso Dezaki.

Immagini da Takarajima (L’isola del Tesoro) – 1978

Le cartoline ricordo di Dezaki consistono in fermi immagine d’effetto su dei disegni estremamente curati che spiccano all’interno dell’animazione come fossero illustrazioni in un libro. Il vantaggio di questa tecnica è senza dubbio espressivo poiché pone l’attenzione su momenti privilegiati della narrazione che hanno bisogno di enfasi o di una pausa drammatica, come i colpi di scena e le chiusure, in più contribuisce non poco ad alzare la qualità generale del disegno mostrando inquadrature di grande bellezza che, grazie al fatto di essere statiche, possono venire curate maggiormente rispetto ai semplici fotogrammi chiave.

Cartoline da Versailles no bara (Lady Oscar) – 1979

In quasi cinquant’anni di carriera Osamu Dezaki ci ha donato tantissimi esempi di grande stile, nonché serie indimenticabili che veramente hanno segnato un’epoca e che hanno contribuito ad arricchire in modo considerevole il linguaggio fatto di immagini che è quello degli anime.

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