Dal settore del giocattolo a quello delle action figures, nel corso degli anni si sono sviluppati mercati differenti dedicati ai Transformers. Tra originali Takara/Hasbro/Licenziatari, versioni alternative senza licenza, copie e copie di copie… Facciamoci un’idea dando un occhio ad una versione “quarte parti” di un classico dei Transformers: l’imponente Devastator NBK.
Mercati alternativi dei Transformers
I colossi del giocattolo Hasbro & Takara nel corso degli anni, e soprattutto dal rilancio del merchandise dei Transformers a seguito dei film degli anni 2000 e di tutto quello che ne è venuto, hanno evoluto le loro linee di prodotti dedicati al marchio Transformers partendo dal giocattolo, come inteso ai tempi della prima serie TV anni ’80, per andare a realizzare articoli più complessi e costosi, dedicati ai collezionisti e assolutamente fuori dalla portata dei bambini. Ne è un esempio la serie Masterpiece che ripropone per un pubblico esigente e smaliziato nuove versioni, molto dettagliate e realizzate con tecnologie all’avanguardia, dei Transformers G1 (con G1 si intendono i personaggi classici, secondo i design di prima generazione come visti nelle serie TV anni ’80).
Accanto però agli originali Hasbro/Takara, come è capitato anche per altri brand di giocattoli come LEGO, diverse aziende cinesi hanno iniziato a produrre copie fuori licenza dei Transformers originali, dapprima per replicare gli introvabili giocattoli degli anni ’80 e poi per creare alternative a basso costo delle produzioni più recenti. Queste versioni vengono definite con il termine “knockoff“, traducibile come “contraffatte”, oppure con l’acronimo KO. Quando si parla in genere di KO si parla di copie spesso realizzate con poca cura, a volte semplificazioni o approssimazioni dei design di partenza, fatte con materiali scadenti e colorazioni difettose. Ma non è sempre così, esistono infatti versioni KO anche di buona fattura.
Diversamente dai KO esistono poi i Transformers 3P (ovvero di terze parti) che non sono delle mere copie dei modelli originali, ma bensì delle rielaborazioni con design nuovi dei personaggi della serie Transformers (ovviamente omettendo il marchio e cambiando i nomi), in molti casi ottimamente realizzati e con un notevole lavoro di ingegneria alle spalle.
Un esempio “virtuoso” dei Transformers 3P è il famoso Gravity Builder della cinese Generation Toy, che consiste in una versione super dettagliata e di grossa scala (circa 40cm assemblato) del Devastator G1, con un aspetto più simile a quanto visto nel videogame Transformers Devastation della Activision rispetto alla serie TV anni ’80. La realizzazione di questo Gravity Builder è molto curata, ne consegue che il 3P della Generation Toy ha un prezzo che attualmente si aggira attorno ai 600 dollari, proporzionato al mercato del collezionismo.
Ma non finisce qui! Accanto ai 3P ci sono poi i 4P, ovvero quarte parti, che sono a loro volta delle versioni KO dei 3P. I 4p possono essere sia delle vere copie, in certi casi pessime, in altri migliorate o di maggiori dimensioni, che delle versioni semplificate, quindi con dietro comunque uno studio di rielaborazione del design. Approfittiamo di questo articolo per dare uno sguardo da vicino al TF Engineering NBK, ovvero un KO semplificato del Genration Toy Gravity Builder, con un rapporto qualità/prezzo molto interessante (circa un sesto dell’originale) e una realizzazione adeguata al costo.
Devastator, un minimo sul personaggio
Prima di vedere un po’ più da vicino il Devastator TF Engineering, volevamo fare alcune brevi considerazioni sul Devastator G1 e sulle particolari scelte di design che l’hanno reso un classico. Vediamo prima di tutto che Devastator è uno dei personaggi secondari della serie originale Transformers che ha avuto più incarnazioni dal punto di vista delle figure, si sono viste infatti sul mercato molte varianti tra giocattoli e modelli più impegnativi.
La popolarità di Devastator è dovuta sicuramente al fatto di essere il primo combinabile apparso in Transformers G1, ma anche al grande fascino che esercitava il suo aspetto di enorme “mostro di Frankenstein” robotico, cosa che lo rendeva agli occhi dei bambini dell’epoca un “cattivo perfetto”.
Ovviamente ci sono grosse differenze di design tra i vari media in cui è apparso. Per fare una comparazione rapida prendiamo come esempio prima il giocattolo anni ’80, poi il Devastator apparso nella versione TV G1, poi la versione manga ed in ultimo il Devastator del videogame Activision del 2015. Quello che salta all’occhio è il progressivo avvicinamento tra il dettaglio della trasformazione ed il realismo delle proporzioni.
Il Devastator TF Engineering NBK
Il Devastator NBK combinato è abbastanza solido e ha una buona presenza di punti di articolazione. Dispiace però che le giunture non siano sufficientemente dure da contrastare in certi casi il peso delle varie parti, questo limita la tipologia delle pose che può assumere, ma è comunque una cosa nel complesso tollerabile e nel caso superabile con accorgimenti.
Anche se senza eccellere le plastiche impiegate sono buone (forse un po’ più “morbide” di quello che ci si aspetterebbe), ma lascia un po’ a desiderare l’attenzione dei punti di taglio che in alcuni casi risultano sporchi (vedi foto sotto).
Gli Excavators: i singoli Componenti
Una cosa importante da notare è il fatto che Devastator, essendo formato da sei robot diversi, ognuno di questi a sua volta trasformabile, ha intrinseche difficoltà dal punto di vista del design, di conseguenza l’impegno ingegneristico è superiore a quello di un singolo Transformer e in molte varianti si è costretti a privilegiare la resa come combinato rispetto a quella dei singoli robot. Se il Generation Toy poteva vantare oltre al gigante anche dei singoli robot molto convincenti, questo NBK, come conseguenza del processo di semplificazione, ha dei singoli robot non al livello della figure completa ma comunque molto presentabili, non di grado Masterpiece ma qualche tacca sopra il livello giocattolo.
Nella progettazione infatti sono riusciti a mantenere una buona posabilità grazie alla presenza di numerose articolazioni e un equilibrio discreto (anche se in alcuni casi non proprio perfetto). Come risultato finale le proporzioni un po’ grezze non disturbano. Buona la resa delle trasformazioni, anche se in certi casi non perfettamente fluide, che rispetto all’originale sono sì più semplici ma non del tutto elementari.
Figura completa
Ed ecco la figura combinata: un’altezza di circa 40 cm (a seconda della posa), una bella presenza scenica, led nella testa (da non trascurare ma per una svista non presenti in foto) e colori acidi che hanno messo un po’ in difficoltà la macchina fotografica. Come noterete le dita sono tutte articolate e nonostante le giunture a scatti un po’ morbide, si riesce a fare qualche cosa anche con le braccia. La parte posteriore è un po’ più trascurata rispetto all’anteriore, ma si guarda più che altro da davanti…
Pronti per giocare tridimensionalmente a Transformers Devastation?
In conclusione
Una figure sicuramente non destinata ai puristi e ai veri collezionisti di Transformers, ma che visto il prezzo compatto può essere un’alternativa per chi cerca qualcosa di soddisfacente senza sacrificare lo stipendio e un’ottima risorsa grezza per modellisti e appassionati di customizzazioni.