Un’immersione nelle profondità della psiche con “Pet”

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A volte, nascoste tra le interminabili liste di contenuti dei servizi di streaming, si possono trovare delle proposte davvero insolite e, se presentano gli ingredienti giusti per suscitare il nostro interesse, affascinanti. Uno di questi è stato per noi “Pet”, l’adattamento animato dell’omonimo manga della mangaka Ranjō Miyake, disponibile su Prime Video.

Il manga “Pet” (pubblicato per la prima volta in Giappone da Shogakukan tra il 2002 e il 2003) ha raggiunto il pubblico italiano nel 2020 grazie a Panini, che l’ha distribuito in 5 volumi ed è disponibile ora anche in cofanetto. L’adattamento animato è stato realizzato dal Geno Studio (noto per altri anime seinen come “Kokkoku” o le prime stagioni di “Golden Kamuy“) per la regia di Takahiro Omori (regista, tra gli altri, di “Durarara!!” e “Baccano!”), e consta di 13 episodi che sono stati trasmessi tra gennaio e marzo 2020.

Pet” è fondamentalmente un manga seinen (quindi per tematiche ed approccio stilistico destinato ad un pubblico adulto) che si muove lungo le linee di un giallo fantascientifico. La trama ruota intorno ad una misteriosa organizzazione criminale cinese che sfrutta individui dotati di straordinari poteri psichici, in grado di penetrare la mente umana e modificarne i ricordi.

Queste persone speciali sono identificate come “distruttori” poiché attraverso la loro azione possono manipolare, ma anche distruggere, la mente delle loro vittime. I distruttori, che all’interno dell’organizzazione vengono anche chiamati “Pets” per la loro manipolabilità, possono entrare nei ricordi delle persone, alterandoli, eliminandoli o anche creando nuovi ricordi. Tuttavia, la manipolazione della memoria non è un’impresa senza rischi: i Pets, in caso di errore, oltre a distruggere la mente della loro vittima, corrono anche il pericolo di sprofondare nella mente delle persone che stanno manipolando e perdere la propria personalità. Per difendersi da attacchi psichici esterni e proteggere il proprio “Io”, utilizzano dunque complessi sistemi di protezione chiamati “serrature”, affinati tramite condizionamenti e auto-condizionamenti psicologici.

La storia si concentra su due personaggi principali: Hiroki e Tsukasa. Amici con un solido legame, sono entrambi Pets che lavorano sotto il controllo dell’organizzazione. Man mano che la trama si sviluppa, emergono verità sconvolgenti sulle origini dell’organizzazione, sulla natura dei poteri dei Pets e su come questi poteri abbiano influenzato le vite di Hiroki e Tsukasa.

La storia esplora temi profondi come la natura della memoria, l’identità personale, l’effetto della manipolazione sul libero arbitrio e il significato stesso della realtà. Le tecniche di manipolazione della memoria vengono rappresentate attraverso complessi e affascinanti viaggi nell’inconscio, illustrati con uno stile estremamente creativo. La serie esplora gli aspetti più inattesi della psiche umana, giocando con elementi psichedelici che evidenziano la fragilità dell’essere umano. La manipolazione delle memorie porta spesso a cambiamenti radicali nella personalità dei soggetti, sottolineando l’influenza diabolica che i ricordi possono avere sul nostro essere.

Proprio per la particolarità della trama, la narrazione di “Pet” tende a non essere esattamente lineare, soprattutto nella prima parte della serie. Al contrario, le trame s’intrecciano come fossero le pieghe della mente umana, creando un puzzle intricato che riserva sorprese ad ogni angolo. Il pubblico è immerso in un mondo ricco di intrighi e macchinazioni, e solo gradualmente i misteri più profondi vengono svelati.

I personaggi di “Pet” non sono gli stereotipi che ci si aspetterebbe in una trama avventurosa o di un giallo. Nessuno è completamente buono o cattivo, nessuno è infallibile e nessuno è un eroe. Ogni personaggio ha un secondo fine, celato dietro una maschera di apparente normalità: motivazioni generose o egoistiche guidano le loro azioni in un gioco di potere senza esclusione di colpi. Ogni personaggio, dal più marginale al più centrale, riceve il suo momento di gloria e il suo epilogo, tanto che a tratti non si può identificare un vero e proprio protagonista.

L’adattamento animato di “Pet“, pur derivando da un manga che gode di una certa reputazione nel suo genere di nicchia, ha ricevuto un’accoglienza contrastante da parte del pubblico. La complessità della trama, ricolma di enigmi raramente risolti completamente e spesso lasciati all’interpretazione dello spettatore, ha generato notevole disorientamento in una buona parte dell’audience, in particolar modo quella più abituata a trame lineari e tradizionali.

Contrariamente al suo omonimo cartaceo, l’anime ha risentito di una produzione tecnica non sempre impeccabile, un fattore che, seppure parzialmente compensato da un regia interessante, ha creato ulteriori resistenze. Le limitazioni di budget, inevitabili per un prodotto di nicchia, hanno avuto un impatto evidente sul risultato finale.

Il design realistico dei personaggi ha presentato un’ulteriore sfida per i fan: essendo crudo e lontano dagli abbellimenti e dalle stilizzazioni tipiche dell’animazione giapponese, a cui il pubblico è solitamente abituato, a volte ha finito per essere più sconcertante che affascinante, caratteristica accentuata anche dalle scene più cruente e disturbanti.

Pertanto, nonostante il manga originale goda di un certo prestigio tra gli appassionati, l’adattamento animato di “Pet” non è riuscito a catturare l’attenzione del pubblico nello stesso modo, dimostrando come il passaggio da un medium all’altro possa comportare importanti sfide e difficoltà.

Tuttavia, per coloro che, come noi, privilegiano l’originalità e un approccio narrativo non convenzionale, l’adattamento animato di “Pet” è stata una vera sorpresa. La sfida proposta agli spettatori, ovvero immergersi in una trama intricata e accettare un design realistico e talvolta scomodo, è indubbiamente un elemento che ha amplificato il nostro apprezzamento per questo lavoro.

Allo stesso tempo, la scelta di percorrere strade meno battute e di non assecondare le aspettative tradizionali ha dato vita a un prodotto che si distingue per la sua unicità nel panorama dell’animazione giapponese. A nostro avviso, “Pet” rappresenta un esempio di come l’animazione possa essere utilizzata per esplorare temi complessi e presentare trame non convenzionali, e proprio per questo merita un’attenzione particolare.

Pet” ci dimostra che, navigando attraverso l’offerta di un servizio di streaming, è possibile scoprire gemme nascoste. Non dobbiamo limitarci a sfogliare la superficie delle raccomandazioni e delle prime pagine: scavare più in profondità può rivelare sorprese emozionanti.

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