Celebrando i 50 Anni della Corazzata Spaziale Yamato

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Il prossimo 6 ottobre cade il 50° anniversario dalla prima messa in onda in Giappone di “La Corazzata Spaziale Yamato”. Una panoramica sulla saga classica che comprende serie televisive e film per il cinema. Un viaggio attraverso le avventure che hanno segnato un’epoca nell’animazione giapponese, attraverso la storia produttiva di uno dei capisaldi degli anime fantascientifici.

Sono passati 50 anni dal 6 ottobre 1974, giorno che rappresenta una data cardine per la storia dell’animazione del Sol Levante: sulle frequenze di Yomiuri TV, viene trasmessa per la prima volta la serie animata “Uchū senkan Yamato“, ovvero “La Corazzata Spaziale Yamato“, che diverrà nota oltreconfine, e anche da noi in Italia, come “Star Blazers“. Ci accingiamo qui nel nostro piccolo a celebrare il cinquantenario di questo evento, raccontando, anche se in breve, la storia della produzione della saga classica. Ed è interessante notare come i passaggi editoriali, dell’alternarsi di film e nuove stagioni della Corazzata Yamato, tra periodi di crisi e impressionanti trionfi, si rivela una narrazione avvincente quasi quanto la trama della serie stessa.

La prima serie televisiva e il primo film per il grande schermo

Il concept della serie “Corazzata Spaziale Yamato” nasce nel 1973, da un’idea originale del produttore Yoshinobu Nishizaki, il quale fonda lo studio Academy Production per dar vita al suo progetto. Successivamente, in fase di produzione, il progetto subisce un’evoluzione significativa e prende forma grazie al contributo di Leiji Matsumoto, già mangaka affermato e allora all’inizio della sua carriera nel mondo dell’animazione. È Matsumoto a dare alla serie quelle sfumature artistiche e quei temi profondi che ne determinano il successo e fanno sì che diventi uno degli esempi più rilevanti del suo repertorio creativo.

Tuttavia, al tempo della prima messa in onda, la serie TV di “Uchū Senkan Yamato” viene accolta abbastanza freddamente dal pubblico, tanto che la decisione di produrre una versione cinematografica della Corazzata Yamato deriva essenzialmente da necessità economiche.

La produzione, guidata da Nishizaki, affronta infatti grandi sfide a seguito dello scarso ritorno di pubblico alla prima trasmissione televisiva. Nonostante l’apporto di Matsumoto, La Corazzata Yamato non ottiene il successo sperato. I costi per realizzare ogni episodio sono significativi, considerando l’alto livello tecnico e l’attenzione ai dettagli da parte del team creativo, tanto che Academy sta registrando perdite considerevoli. Nishizaki, con l’intento di recuperare parte del budget speso, avvia un progetto: quello di produrre un film che riassuma la serie utilizzando materiale preesistente, mirando così alla distribuzione internazionale. La qualità elevata del materiale sembra infatti offrire una base adatta per il grande schermo.

Parallelamente, Nishizaki mette in vendita i diritti televisivi a prezzi molto vantaggiosi per le reti televisive, permettendo la messa in onda di ripetute repliche tra il 1975 e il 1977. Contro ogni aspettativa, la popolarità della serie comincia a salire grazie alle repliche, generando un successo crescente che innesca un vero e proprio “Boom”.

Quando il lungometraggio Corazzata Spaziale Yamato è pronto per il debutto nelle sale, la serie originale vanta una popolarità inaspettata, non immaginabile ai tempi della prima messa in onda. Di conseguenza, il film attrae nelle sale giapponesi un’affluenza di ben oltre 2 milioni e 300 mila spettatori. È un trionfo!

Il secondo film: “Addio Yamato”

Nell’anno 1978, il pubblico assiste al debutto del film “Addio Yamato”, seconda opera cinematografica dedicata all’ormai sempre più celebre Corazzata Spaziale Yamato. Forte dell’eccezionale riscontro ottenuto dal lungometraggio precedente, che si era assicurato oltre due milioni di biglietti venduti in agosto 1977, Yoshinobu Nishizaki procede senza esitazioni sulla strada dell’ascesa, puntando verso traguardi sempre più ambiziosi per la saga.

Con le repliche televisive che mantengono alti gli indici di gradimento, anzi li incrementano allineandosi alla crescente popolarità della serie, Nishizaki e il suo staff prendono la decisione di intraprendere la realizzazione di un nuovo seguito cinematografico con materiale totalmente inedito: “Addio Yamato” (Saraba Uchuu Senkan Yamato). Questo film si propone come epica conclusione al viaggio della Yamato e del suo valoroso equipaggio. La proposta produttiva sfoggia grandi ambizioni: si parla di ben 150 minuti di contenuti originali, a livelli di qualità eccezionali che richiedono un investimento notevole. La direzione è affidata a Toshio Masuda e a Leiji Matsumoto, che partecipa non solo come regista ma anche come mente creativa, sceneggiatore e dona il suo inconfondibile tocco al design dei personaggi. “Addio Yamato” emerge come un vero e proprio colossal.

Mentre l’attesa dei fan cresce, Nishizaki fa l’abile mossa di vendere i diritti televisivi del primo film a cifre da capogiro alla Fuji Television per la messa in onda la sera prima del debutto in sala del secondo capitolo, spesa che viene ricompensata da uno share altissimo che supera il 30%.

Il successo di “Addio Yamato” è immediato e poderoso come l’impegno dei suoi creatori: attira 4 milioni di spettatori nei primi due mesi di proiezione; al termine del periodo di programmazione si attesta in Giappone come il film con il migliore incasso del dopoguerra, superando persino “Star Wars” al box office giapponese. Un successo così epocale determinerà la scelta di Nishizaki e Matsumoto di creare una seconda serie televisiva, cosa a sua volta aprirà poi la strada ad altri film.

La seconda serie TV e il terzo film: “YAMATO: Il Nuovo Viaggio”

La Corazzata Yamato prosegue il suo viaggio indomito. Forte del trionfo del secondo film e della costante richiesta da parte del pubblico e del settore animato, Nishizaki e Matsumoto tornano a lavorare sulla loro opera, dando vita a una nuova serie che esordisce sui teleschermi alla fine del 1978.

I ventisei episodi di questa serie prendono le mosse dal soggetto del film cinematografico precedente, “Addio Yamato“, arricchendo trama e sviluppi narrativi. In più, si opta per modificare il finale, rendendolo più aperto e permettendo così alla saga di proseguire con altri seguiti. Una decisione lungimirante, visto che anche questa seconda incursione televisiva riscuote un’alta approvazione di pubblico, come dimostra il mantenimento di alti ascolti.

Grazie al nuovo slancio economico derivante dall’ultima pubblicazione, si danno il via a progetti inediti. Nishizaki, tra le varie iniziative, presenta una nuova serie animata chiamata “Blue Noa“, che pur attingendo ad elementi simili a quelli della saga della Yamato, se ne distacca per una serie di tratti stilistici ben definiti.

Focalizzandosi nuovamente sulla saga di spicco Accademy, il 1979 è testimone della nascita di un terzo lungometraggio, stavolta destinato al piccolo schermo. Il film debutta all’indomani della conclusione della seconda serie televisiva e arricchisce l’equipaggio della Yamato con nuovi personaggi. Anche la flotta di Desler, ora alleata della Terra dopo gli eventi della serie precedente, si incammina verso il pianeta Gamilas per un’ultima visita prima del loro esodo forzato nello spazio alla ricerca di una nuova dimora. Una volta giunti al pianeta di destinazione, si trovano di fronte a una minaccia inedita da parte di una nuova razza aliena determinata a distruggere Gamilas e Iscandar, rischiando di nuovamente compromettere la pace galattica.

Yamato: Il Nuovo Viaggio” va in onda per la prima volta su Fuji TV nell’estate del 1979. L’entusiasmo non si fa attendere nemmeno presso lo staff e la direzione di Fuji TV, poiché il nuovo episodio ottiene un risultato pari al share del 31% raggiunto con la prima trasmissione cinematografica nel 1977. Si conferma così un altro trionfo per Nishizaki e il suo team.

Il quarto film e la terza stagione televisiva

Nel 1980, “Yamato Per Sempre” rappresenta il nuovo capitolo cinematografico della corazzata spaziale, segnando il quarto film della saga.

Quest’opera segna l’ingresso della serie di Yamato negli anni ’80, sotto la guida di Yoshinobu Nishizaki e Leiji Matsumoto, che continuano a dettare il corso delle avventure della loro creazione.

Dopo l’ottimo ricevimento del film televisivo dell’anno 1979, arriva il periodo per un rientro nelle sale. Il team creativo mira a proseguire la storyline iniziata con “Yamato: Il Nuovo Viaggio“, risolvendo le vicende ancora in sospeso dall’ultimo confronto con gli alieni dell’Impero delle Stelle Nere. Questi ultimi, cercando vendetta per la precedente sconfitta, pianificano un attacco indiretto alla Terra, minacciando il pianeta con un’arma devastante che potrebbe annullarne l’esistenza senza una capitolazione totale. L’episodio chiave della trama si concentra sulla corsa dell’equipaggio della Yamato contro il tempo per neutralizzare l’arma, fornendo così alla Terra una possibilità di difesa.

Sotto la guida di Nishizaki, la produzione prende slancio con l’obiettivo di eclissare i successi precedenti, una sfida non da poco date le aspettative elevate che accompagnano la saga da anni e il cambiamento dei gusti del pubblico all’alba del nuovo decennio. Nishizaki lancia una massiccia campagna pubblicitaria, mettendo in campo strategie di marketing come stampa, eventi e gare, con l’obiettivo di mantenere l’interesse degli affezionati e reclutare nuovi fan. In uno dei concorsi, viene persino offerta una crociera insieme allo staff e al cast del film!

Anche questa volta, nonostante un calo di performance rispetto ai successi passati, “Yamato Per Sempre” attrae oltre due milioni di spettatori mentre è in programmazione, posizionandosi tra i primi dieci film per incassi più alti in Giappone quell’anno, anche se con un certo margine dalle vette.

Grazie a questo successo, Nishizaki decide di puntare nuovamente sulla televisione, introducendo la terza stagione, originariamente prevista per 52 episodi e trasmessa a partire da ottobre 1980. Questo nuovo tentativo ambizioso segna però l’inizio di un declino per il fenomeno mediatico, influenzato dalla crescente tensione fra Matsumoto e Nishizaki e da un calo dell’interesse del pubblico. Di conseguenza, la serie viene tagliata a soli 25 episodi anziché i 52 previsti.

Yamato: L’ultima battaglia

Ignorando i segnali di stanchezza del pubblico, Nishizaki decide di continuare a investire nel suo merchandise più importante, dando vita a una terza serie TV.

Il nuovo progetto appare subito ambizioso: è prevista una serie di 52 episodi da trasmettere a partire dall’ottobre del 1980. Tuttavia, questa terza serie televisiva segna l’inizio di un declino evidente e costituisce un duro colpo che segna la chiusura dell’Accademia stessa. Gli ascolti risultano bassi rispetto al trionfo delle precedenti edizioni, tanto che la produzione viene costretta a rivedere i suoi piani, riducendo gli episodi programmati a meno della metà, con il risultato di una serie amputata di molte delle sue idee originali. Con la serie in onda, gli ascolti arrivano a pareggiare solo quelli delle repliche.

Yoshinobu Nishizaki non è tuttavia tipo da arrendersi facilmente, come già dimostrato in passato, e raccoglie le forze per lanciare una quarta serie. Durante la fase preparatoria, però, il progetto si trasforma, passando da una serie TV a un film cinematografico.

Il nuovo film si annuncia come un’impresa colossale. Per raccogliere il maggior numero di fondi possibile e preparare il terreno presso il pubblico viene pianificata una nuova campagna di marketing che include la riproposizione televisiva di tutti i film precedenti in continuity (escludendo “Addio Yamato”, che proponeva un finale alternativo per la saga), la ristampa del materiale cartaceo, il lancio di album musicali con le colonne sonore originali, insieme a pubblicità, eventi e incontri con i fan.

L’attesa generata viene ripagata con la release, nel marzo del 1983, di un film che si dimostra all’altezza dei più grandi film americani dell’epoca. Le fasi di realizzazione sono state estenuanti e i tempi stretti, ma ogni dettaglio è stato curato minuziosamente: dagli arrangiamenti orchestrali delle musiche alla precisione dei disegni, offrendo un’animazione di qualità elevata che ha imposto nuovi standard per l’epoca e una sceneggiatura densa che ha portato la durata del film a quasi tre ore.

“Yamato: L’ultima battaglia” rimane per molto tempo considerato il miglior film d’animazione mai prodotto, tuttavia gli incassi si rivelano meno significativi del previsto e non tali da garantire una prosecuzione della saga. Il film diventa quindi una conclusione grandiosa e indimenticabile dell’era classica della Corazzata Yamato.

Dopo la serie classica

“Yamato: l’ultima battaglia” chiude nel 1983 l’epoca classica della Corazzata Spaziale Yamato, prima della rinnovata vita che il concept avrebbe trovato a undici anni di distanza con una serie di OAV: “Yamato 2520”. L’uscita di questa serie di OAV, ambientata molto nel futuro rispetto alla serie originale, segna però una grande frattura nel rapporto tra Nishizaki e Matsumoto, il quale non coinvolto nel progetto intenta una causa per i diritti che determina la chiusura di Yamato 2520 dopo pochi episodi (ne ralizzano solo tre dei dieci previsti). La causa si chiuderà nel 2002 in favore di Nishizaki, nonostante ciò Nishizaki e Matsumoto decidono di mettere da parte i dissapori e si mettono d’accordo per continuare in qualche modo il loro sodalizio. Sarà la volta, nel 2004, della serie di 5 episodi: “Great Yamato Zero”, anche questo ambientato molto nel futuro rispetto alla serie classica. A ventisei anni di distanza da “Yamato: L’ultima battaglia”, è la volta di un nuovo film prodotto e diretto da Nishizaki (senza la partecipazione di Matsumoto): “Space Battleship Yamato: Resurrection” del 2009. L’anno successivo è la volta poi del film live action “Space Battleship Yamato”, fino ad arrivare all’apprezzatissima serie animata remake del 2012: “Space Battleship Yamato 2199” a cui faranno seguito un film riassuntivo, un secondo film che integra la trama della prima stagione, e infine una serie di 7 film, poi ricomposti in 26 episodi per la TV, intitolata “Space Battleship Yamato 2202”. Ma questa è un’altra storia…


Breve cronologia: l’ascesa della Corazzata Spaziale Yamato, l’epopea classica dall’oscurità al mito

  • Ottobre 1974 – Marzo 1975: Lancio della prima serie TV di “La Corazzata Spaziale Yamato“, accoglienza iniziale modesta.
  • 1977: Debutto del primo film “La Corazzata Spaziale Yamato“, che riassume la serie TV, riscuote grande successo.
  • 1978: Uscita del secondo film “Addio Yamato“, pensato come conclusione della saga, il film riscuote un successo oltre ogni aspettativa.
  • Ottobre 1978 – Aprile 1979: Seconda serie televisiva continua la storia introducendo un finale alternativo.
  • 1979: “Yamato: Il Nuovo Viaggio“, terzo film che continua la narrazione post-battaglia contro l’impero della Cometa.
  • 1980: “Yamato per Sempre“, quarto film, conclude la guerra contro Black Nebula.
  • Ottobre 1980 – Aprile 1981: Terza stagione televisiva, inizia il declino della popolarità della serie.
  • 1983: “Yamato: l’ultima battaglia“, chiude l’era classica della saga.
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